Una domenica sul filo delle emozioni
“Domenica vado a Zagarolo a fare lo spettacolo e a far vedere agli altri quello che facciamo: la danza dei viaggiatori che, uno si muove e l’altro sta fermo; l’elastico.. tirare forte, piano, come si muove la musica… la musica lenta, come quella del bosco… .. sto sdraiata (come dei semini) e penso a tanti anni fa, quando ero ragazzina… ero più silenziosa… e il seme diventa albero, ..è grande, mi fa pensare alla estate, quando si va in vacanza…. la musica del contact è lenta e balliamo appoggiati e abbracciati…. è come volersi bene e innamorati della musica.
La bella danza della stoffa viola… camminando tristi, perduti, abbandonati… cercano qualcuno che li salvi, con le mani chiedono aiuto… è perché si sentono disperati e la musica è un po’ paurosa, drammatica… con i bastoni balliamo veloce e andiamo a terra e in alto… i ventagli sono leggeri e quando si incontrano con i bastoni si conoscono… quando ballo non ho paura perchè mi sento pensierosa e sicura perché sto con gli altri…”
Noemi Liberati
Noemi è una delle Danzattrici della Compagnia Della Mia Misura e domenica a Zagarolo, a Palazzo Rospigliosi, c’ero anche io, in una sala gremita, per vedere e toccare con mano il fantastico lavoro che la Compagnia TeatroDanza svolge con persone che, come Noemi, hanno degli handicap psichici e fisici.
Alle 15.30 ho partecipato al workshop dove le due responsabili e fondatrici della Compagnia, Roberta Bassani e Vittoria La Costa, insieme ai loro collaboratori, hanno mostrato ai presenti, facendoli partecipare attivamente, come si svolge il loro lavoro, ma, soprattutto, hanno dimostrato che ognuno di noi è una bellissima danza dove non esistono differenze e dove, davvero, possiamo essere tutti uguali.
Presentarsi soltanto con un gesto che scegliamo e che ci identifica ci rende uguali nella nostra diversità, componenti di una meravigliosa danza che ci unisce in un linguaggio universale che da voce anche a chi non ne ha.
Il lavoro è poi continuato sviluppando per gradi il contatto, il rispetto per l’altro e la comunicazione attraverso la danza, usando un elastico, l’ascolto del corpo, la gestualità. In breve ci è stato mostrato come e perché nasce un Danzattore, ma soprattutto l’emozione e la gioia che questo progetto suscita in chi partecipa anche solo come spettatore.
Dopo una breve pausa, che molti hanno usato per ammirare il bellissimo Museo del Giocattolo, finalmente si è potuto assistere allo spettacolo “Luci ed Ombre” messo in scena dalla Compagnia. Nello spettacolo vengono esaltate tutte le qualità artistiche dei Danzattori, ognuno con la sua peculiarità e unicità. Giocando sulle luci e le ombre che accomunano ogni essere umano, sul palco non solo si balla ma si trasmette la gioia di vivere, di esserci… di dire “ce l’ho fatta!”
Al termine della rappresentazione è intervenuto l’Assessore alle politiche sociali e alla scuola del Comune di Zagarolo (che ha patrocinato l’evento), Emanuela Panzironi la quale, commossa, ha invitato ancora la Compagnia a considerare Zagarolo ogni qual volta lo ritenessero opportuno, lasciando loro la porta sempre aperta.
Un concerto per pochi intimi (purtroppo), invece, quello che ha chiuso l’evento. Complice il cattivo tempo e l’orario un po’ tardo, pochi sono rimasti ad ascoltare i “Polli di allevamento”, cover band di Giorgio Gaber che è stato egregiamente rappresentato sia nella voce e nella teatralità, sia nell’anima.
Tante cose sono state insegnate in un brevissimo lasso di tempo, ma chi era lì con il cuore aperto è sicuramente tornato a casa con un immenso bagaglio di emozioni e sensazioni che non hanno prezzo. Vivo con una disabile in casa da più di venti anni ormai e pensavo di aver considerato tutti gli aspetti di questa esperienza, invece ho scoperto molte cose che non avevo mai avuto modo di valutare e che mi hanno fatto apprezzare ancora di più l’amore che ci viene dato anche solo con uno sguardo o con un piccolo gesto.
Un pomeriggio nato per essere dedicato alla scoperta degli altri, ma che, alla fine, è risultato essere la scoperta di un po’ di se stessi, quella parte che non sai che c’è se non quando ti trovi in certe situazioni. Quella parte che tutti dovrebbero scoprire!
Gioia Cafaro